mini articolo ruoteclassiche: Munari, gli appassionati, e la Fulvia

vi allego una immagine del piccolo articolo che ho trovato su ruoteclassiche di gennaio: il Drago omaggia gli appassionati di auto storiche e aggiunge un piccolo aneddoto sulla sua vittoria al Monte 72 con la Fulvia.

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ciao!

Sul nuovo automobilismo d'epoca (con copertina dedicata) c'è un articolo comparativo tra fulvia coupé 2°serie e fiat x 1/9

Io sono abbonato sia a ruoteclassiche che ad automobilismo d'epoca, oltre che alla manovella essendo socio ASI già da anni... e le trovo entrambe molto interessanti...
Il numero di cui parla Michele è quello di dicembre 2015...
L'articolo non si spinge su tecnicismi particolari, ma narra della storia di due auto coeve, acquistate nuove da due amiche allora diciottenni...

50000 ordini? Mi sa che è scappato uno zero.

Se posso dire la mia: Occorre innanzitutto una premessa. Il concessionario dell'epoca, unico per la Sardegna meridionale, era titolare di questa concessionaria dal 1927. Era una delle concessionarie più antiche d'Italia. Il titolare, che letteralmente veneravo, mi voleva bene, come fossi stato un figlio.Era il Grande Vecchio, persona saggia come poche, a cui mi rivolgevo, anche per questioni non legate alle auto. In Lancia, a Torino, nelle varie "stanze dei bottoni", ogni suo parere, era tenuto nella massima considerazione. Mi teneva costantemente aggiornato sulle "segrete cose" Lancia.
Esaurita la premessa,avrei avuto almeno sentore, di una eventuale sospensione della produzione delle Fulvia.Il Grande Vecchio, amante delle massime, mi avrebbe detto, quando mi accingevo a mandare avanti ordinazioni: "affrettati lentamente".Niente di tutto questo. Le 1300,andavano, come si suol dire"come il pane", in tutto l'arco della loro produzione, anche con l'avvento della Beta Coupe.
Probabilmente questa sospensione avrà riguardato la 1600, modello che per vari motivi, si vendeva con il "contagocce".

Citazione :

affrettati lentamente

Un ossimoro degno di nota.  
Probabilmente l'aneddoto è una delle tante storielle di RC.    
Forse le maestranze sono state momentaneamente in CIG a causa della fine della produzione della Fulvia berlina, per poi riprendere con la Beta.

Probabile. Io non ho mai conosciuto personalmente Munari. Ho seguito diverse interviste, che l'hanno visto protagonista in TV. Mi hanno sempre colpito la sua modestia e la sua riservatezza. Non ce lo vedo proprio atteggiarsi a "salvatore della Fulvia" e di 2500 famiglie destinate a finire sul lastrico.La sua vittoria al Montecarlo, indubbiamente ha avuto riscontri,che hanno incrementato le vendite, ma lui si è sempre guardato bene dal dichiararlo,da persona di classe e valore, quale è.
Talvolta, diciamo che i giornalisti, nello scrivere, si lasciano prendere la mano, dalla penna.

In questo caso i giornalisti vengono chiamati fogliettanti.

concordo con te Luciano: dal suo libro "una vita di traverso" Munari appare prima di tutto come una persona umile e corretta…probabilmente più che mettere in risalto la SUA vittoria al montecarlo come mezzo per far ripartire la produzione, voleva indicare l'importanza in generale della partecipazione delle grandi case agli eventi sportivi come mezzo di pubblicità e propaganda (cosa che FCA non fa più da una vita)…che poi lui in realtà non abbia mai pronunciato neanche queste parole e che sia tutta una invenzione del giornalista è altrettanto probabile

Il risveglio delle richieste di acquisto delle fulvia coupé dopo la vittoria al rallye di montecarlo è una questione affermata ripetutamente, non solo da Munari, ma anche dallo stesso Cesare Fiorio, ovviamente non nella forma espressa nell'articolo in argomento, bensì considerando il numero di vetture prodotte dopo quell'evento, che sono state effettivamente oltre 50000, chiaramente in più anni. Ho il sospetto che il redattore dell'articolo sia lo stesso che, sempre sull'ultimo numero di Ruoteclassiche, fa dire a Tiberio Timperi che ai tempi della Fiat 128 le auto costavano circa una lira al centimetro cubo di cilindrata. Io avevo già la patente e mi rammarico di non aver acquistato qualche decina di Ferrari a tremila lire l'una.