…stamattina infine, mi reco in Fulvia a Grasse, per recuperare la mia 207CC in riparazione;
la mia ragazza guida la Peugeot fino a casa, così infine parcheggio la Fulvia e salgo sulla 207.
Dopo 15 giorni ormai la fulvietta era diventata la mia sola ed unica auto quotidiana, ormai le
abitudini erano completamente cambiate.
Salito sulla 207, la prima sensazione : « Amore, ma hai alzato il sedile ? » « Ah…non ero più abituato ad una macchina così alta » (sebbene
già la CC sia più bassa dell’utilitaria dalla quale deriva).
Inserisco la prima al posto della retromarcia…argh ! E poi, per ripartire, la seconda invece della prima.
Devo frenare…inchiodo…il pedale è così molle ! E lo stesso dicasi per frizione acceleratore.
Dopo aver lasciato la mia ragazza presso la stazione, guido un po’ più spedito, ma del motore nulla si sente.
Quindi, rassegnato, me la prendo tranquilla e ascolto la musica alla radio…
Arrivato in ufficio mi chiama un simpatico inglese, collezionista di vetture storiche, tornato da Londra
per acquistare una Ferrari d’epoca. L’ho conosciuto per caso, anzi a dire il vero non l’ho ancora mai incontrato.
Lui però, ha incontrato la mia Fulvia, che riposava dal meccanico.
Ed io ho incontrato la sua, era accanto.
Una HF « fanalino » lusso, blu lancia.
A quanto pare lui ha avuto un « coup de cœur » per la mia, perché ne cercava una esattamente uguale,
Il colore che secondo lui più dona a questa auto.
Mi vuole presentare un meccanico a suo dire molto competente proprio sulle Fulvia e questa sera
ci andremo entrambi, ognuno con la sua fulvietta…
Vedo sempre più quanto la nostra vettura si anche uno strumento di socializzazione che non ha barriere
di nazionalità…